Aiuti alle imprese

Aiuti alle imprese: novità 2022

Il Governo italiano ha introdotto  importanti incentivi per aiutare le piccole e medie imprese, in modo da limitare il più possibile gli effetti della crisi e dare una spinta concreta al rilancio dell’economia nazionale. 

Questi strumenti prevedono stanziamenti finanziari per miliardi di euro per contrastare il fenomeno del rialzo dei costi dei materiali e delle materie prime, e per garantire nuove liquidità alle imprese danneggiate dal conflitto in Ucraina. 

Pertanto, sono stati rafforzati i crediti d’imposta per favorire gli investimenti in formazione 4.0 e in beni materiali 4.0. Da questo punto di vista il Governo italiano ha voluto essere vicino anche alle imprese impegnate nel campo dei servizi tecnologici, con interventi mirati per favorire e velocizzare il rilancio di questo settore.

 

Vediamo in dettaglio quali sono le novità 2022 per gli aiuti alle imprese

Industria 4.0: l’aliquota passa dal 20 al 50%

 

È stato incrementato il credito di imposta relativo ai beni strumentali immateriali 4.0, con l’aliquota portata dal 20% al 50% fino alla fine di dicembre 2022, o 30 giugno 2023 nel caso in cui si sia effettuato un pagamento a titolo di acconto pari almeno al 20% del valore del bene. 

Trattasi di un intervento che permetterà, anche a coloro che hanno comprato software 4.0 nei primi mesi dell’anno, di beneficiare della super-aliquota. 

Un credito d’imposta utile, quindi, per sostenere e incentivare le aziende che investono in nuovi beni strumentali, in funzione della trasformazione tecnologica dei processi produttivi rivolti a strutture produttive del territorio.

Per accedere al credito d’imposta previsto per i beni immateriali tecnologicamente avanzati, le imprese devono produrre una perizia tecnica, rilasciata da un professionista (perito industriale o ingegnere) regolarmente iscritto all’Albo, dalla quale risulti che i beni siano in perfetta linea con determinate specifiche tecniche.

Quali investimenti sono ammessi al credito d’imposta?

Sono ammessi al credito d’imposta gli investimenti in beni immateriali rientranti nelle categorie riportate nella Legge 232/2016. Riportiamo qui per semplicità l’elenco aggiornato con le novità 2022:

  • Software, applicazioni e piattaforme per gestire e coordinare la logistica. Rientrano in questa categoria anche eventuali canoni per le soluzioni in cloud.
  • Software e servizi digitali per la fruizione interattiva e partecipativa, realtà aumentata e ricostruzioni 3D;
  • Sistemi per gestire la supply chain rivolta al drop shipping nell’e-commerce;

Ma non solo, il credito d’imposta è previsto, con diverse aliquote, anche per gli investimenti in beni materiali impiegati per la produzione industriale:

  • Beni strumentali per i quali il funzionamento è monitorato da un sistema computerizzato oppure la cui gestione avviene attraverso specifici sensori (esempio: macchinari rivolti alla produzione, lavorazione e imballaggio).  Si tratta di precisi vincoli per spingere le aziende verso l’acquisto di macchine innovative interconnesse ai sistemi di fabbrica e con altre componenti dei cicli di lavorazione (industria 4.0).
  • Sistemi per garantire sostenibilità e qualità (esempio: sistemi relativi alla tracciabilità di un prodotto e sistemi di sensori);
  • Strumenti per facilitare l’interazione uomini-macchine e per migliorare la sicurezza dei posti di lavoro (esempio: sistemi per ridurre gli sbagli e per prevenire gli infortuni).

 

La finalità del piano nazionale è sostenere la produzione ad alti livelli di interconnessione e automazione.

Queste agevolazioni sono dunque previste sotto forma di credito d’imposta da usare in compensazione nel modello F24 e che si traducono come risparmi relativamente ai versamenti delle imposte.

Formazione 4.0: previsti incentivi per progetti formativi

Per contrastare adeguatamente la carenza in termini di competenze professionali in materia di trasformazione digitale e tecnologica è stato aumentato il credito d’imposta: la relativa aliquota passa dal 50% al 70% per le piccole imprese, mentre sale dal 40% al 50% per le medie imprese. A tal proposito è prevista un’attestazione dei risultati raggiunti in fatto di acquisizione e potenziamento delle competenze professionali.

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Comunicazione ufficiale del MISE: Decreto Aiuti